Guarda, è già giorno
rumori intorno, e silenzio dentro
e mi concentro
per non lasciar passare il vuoto
rimasto fuori tutta la notte
dalla mia stanza con le finestre mai aperte
dalla paura che ci entri il sole
e che scoperchi tutti i cuscini che messi in fila
dall’apparenza
danno coscienza di un equilibrio che ormai è appassito,
mi son tradito,
ormai la porta l’ho spalancata
e non volendo ti ho lasciata entrare
ad esplorare
una stanza piena di borse piene
pronte ad andare in lavanderia
le porto via
magari un giorno o un po’ più in là
non hai l’età
per dire quello che non ammetto
non ti permetto
di essermi vicina e di starmi accanto, dentro
al centro.
Ma ormai ci sei, non lo speravo
ignavo
con l’indolenza che non dà pegni
tu insegni
a me che mi credevo dio
che non c’è addio
che ti allontani
da chi ormai tiene le mie mani
e mi aiuta a fare pulizia
di pregiudizi
di falsi timori e antichi vizi
che prende le mie mani e sposta i miei cusicni
che come bambini
danno vita ad emozioni, che credevo sparite, perdute.
E le finestre ormai aperte
guardano cose che grazie a te ho scoperto,
mi diverto
ti guardo, gioco e non mi nascondo
mi rendo conto
di poter stare ad ascoltare
di chi ha avuto per prima il coraggio
di ascoltare, parlare
ridare una ragione di scoperta nuova
che prova
nella mia vita a mettere ordine
e che non ha paura di entrare nella mia stanza in disordine