LA FINE

Le menti euforiche spropositavano aneddoti su chi lo avesse visto per primo. Lui conscio della sua missione li guardava dal monte del giudizio senza proferir parola. La multiforme folla errabondava smarrita per le vie della metropoli nebbiosa alla ricerca di espiazione. Era troppo tardi. Qualcuno aveva paura, altri si schermivano dietro sorrisi isterici. L’angoscia cresceva di minuto in minuto, di ora in ora. Tutti si chiedevano cosa sarebbe successo. Anche il sole sembrava voler andarsene al più presto, rendendo l’atmosfera più cupa e angosciosa. Tremebondi figuri solcavano l’orizzonte latrando anatemi contro l’umanità. Tutto, proprio tutto sembrava preludere alla sconfitta finale. Non c’era scampo. Persa ogni speranza e illusione da ogni strada si avvicinavano a lui che, incurante della folla che cercava  un motivo per continuare a sperare, stese le mani davanti a sé e innalzando lo sguardo al cielo scoppiò in una sordida risata: “ Vi ho ingannato!”…

Dopo queste parole si dissolse in una nube di fumo che lo portò in alto, in un buco della montagna dalla quale parlava.

Improvvisamente le nubi liberarono il cielo, la nebbia si dissolse e il sole sembrò tornare indietro per fornire il calore che non aveva dato prima. Tutto taceva. I più scoppiavano in pianti liberatori, in tanti ridevano tra le lacrime e si abbracciavano come dopo una vittoria. Avevamo avuto paura, sembrava davvero la fine.

Adesso, fino al prossimo spavento avremo potuto continuare a violentarci.