DOMANI

…accidenti, già le 7,30. La notte alcolica è troppo vicina perché i miei neuroni se la possano essere dimenticata.

Sono a letto, vittima di una sveglia senza fairplay che tento di raccogliere le energie per il grande salto…

…verso la doccia, dove comincio a pensare a come sbarcare il lunario, ammesso che navighi ancora.

Mi sento addosso la voglia di scoprire l’America, ma l’unica cosa che posso ancora scoprire è il mio conto in banca, già piuttosto “arieggiato”.

Ci vorrebbe un’idea, una di quelle idee che dici:”’nchia che idea!”, una di quelle che ti fanno fare il salto di qualità, e continuo a ripetermi che prima o poi…

…eh prima o poi.

Nel frattempo l’acqua della doccia ha scavato un profondo solco nel mio ego, nel quale scorrono shampoo e rassegnazione, e riaffiora il ricordo di quando da bambino uno zio mi diceva.

“ Quello che devi dire a te stesso, dittelo subito!”.

Io pensavo che si fosse bevuto il cervello ma a desso mi rendo conto che aveva ragione; dovevo dirmi qualcosa, ma cosa?

Forse che devo lottare per realizzare il mio sogno di diventare supereroe, ma in un certo senso lo sono già, visto che riesco a sopravvivere col mio stipendio da fame. Forse che sarebbe bello cercare un luogo dove trasferirsi e ricominciare tutto da capo, magari in Africa.

O forse che devo smettere di assecondare la mia pigra fantasia che si arrende a uno scarno: “me lo dirò domani…”